1 giugno 2011

La più bella battuta della mia vita (ovvero degli effetti psicotropi del cortisone)

Facciamo un passo indietro (magari). Un giorno di 16 anni fa inizio a camminare come un amante sul cornicione e a vedere triplo. La diagnosi di sclerosi multipla arriva la settimana dopo in una bella clinica in periferia, parco e padiglioni inizio secolo. Quando c’è bel tempo sono sempre all’aria aperta, dentro, imbottito di cortisone, tutto mi dà la nausea.

Fuori è un bell’ambientino, confiniamo con Psichiatria. Tra pigiami c’è solidarietà, coscienza di classe, si attacca facilmente discorso. Aggancio una ragazza della mia età, pigiamata, l’Unità sotto il braccio. E insomma si chiacchiera, il giornale, la politica, ma senti un po’ sei bulimica, voglio dire, quantomeno sei una bulimica di sinistra! Una battuta qua, il concorso che ho appena vinto là, pillole di cultura classica… insomma, spumeggiante e certo di sorprendere: poteva mai immaginare di incontrare, proprio qui, una persona tanto brillante? E, infatti, poi mi chiede:

E tu per cosa sei qui, un esaurimento?