1 settembre 2011

Peter Pan a York


York. Un italiano in sedia a rotelle che parla male l'inglese alle quattro del pomeriggio entra in un teatro. Chiede due biglietti per lo spettacolo della sera, che è Peter Pan. Chiede anche se è accessibile e la bigliettaia gli dice che la prima fila lo è ma è già prenotata, la seconda sì, a condizione di riuscire a fare un gradino e spostarsi verso l'interno di tre posti. Il tutto è ben raffigurato nella piantina che gli viene mostrata, visto che l'italiano fa fatica a capire il discorso. L'italiano dice "okay", ma si accorge che non ha i soldi e bisogna aspettare la moglie, che sta arrivando. Gli dicono che non c'è problema, lui si scusa per la coda (nessuno dietro ha fiatato) e per il suo inglese, la bigliettaia si scusa per non essersi fatta capire subito. Mezz'ora dopo arriva la moglie e paga. La sera i posti sono diventati di prima fila perché nel frattempo hanno spostato due spettatori abili dalla prima alla seconda fila.

Nello stesso momento, forse, un signore inglese in sedia a rotelle che parla bene l'italiano in un teatro italiano. Chiede due biglietti e se i posti sono accessibili.
"Accessibili in che senso?"
Il bigliettaio si sporge fino a vedere la sedia: "Dipende dal posto." Già, il posto che gli darà lui. "E' in seconda fila, lei ce la fa a fare qualche gradino, eventualmente?"
"Uno o due sì, di più no."
"Saranno... non lo so... non posso andare a vedere, son qui da solo."
("Ma posso chiedere a una maschera", pensa.)
Urla: "MI VAI A VEDERE QUANTI GRADINI CI SONO DA FARE PER LA SECONDA FILA CHE QUI C'E' UN SIGNORE IN SEDIA A ROTELLE CHE NON CAMMINA?"
Già, se no non era in sedia a rotelle.
Per ingannare l'attesa: "... un incidente?"
L'inglese tentenna, non ci crede.
Il bigliettaio lo aiuta: "Acsident?"
Il bigliettaio non lo sa l'inglese ma un po' lo mastica, come tutti.
"No, una malattia."
"Invece mio cugino, un incidente, in moto, poveretto, giovane."
L'inglese, che non è nemmeno giovane, non commenta non sentendosi autorizzato, dal cugino.
Arriva la maschera: per la seconda fila non ci sono gradini ma per arrivare in platea c'è una scala o un ascensore, che è rotto.
"Ecco, siamo in Italia!" dice il bigliettaio in segno di solidarietà con l'inglese, poi rivolto alla maschera: "E quando lo aggiustano 'sto ascensore?... ah, dovevano venire oggi?... beh, c'è ancora il pomeriggio, li richiamo io, quelli."
All'inglese: "Allora guardi, mi faccia una cosa: mezz'ora prima chiami questo numero, io non ci sarò, parli con il mio collega, gli dice che ha parlato con me, che lei è quello della sedia a rotelle e gli chiede dell'ascensore. Io intanto lascio detto."
"Grazie, molto gentile." e se ne va, per sempre.
"Ma si figuri, non mi deve ringraziare... quando si può dare una mano... chi c'era dopo?"

Dalla coda: "Certo 'sti inglesi, a casa loro non si permettono, vengono qui è fanno i comodi loro".
Mica detto che succeda, dicevo "forse".

In alto, un italiano a York, su un trono senza rotelle, Costantino.

Qui a fianco, un'ergonomica sedia a rotelle al Royal Railway Museum di York.