1 gennaio 2012

Sapienza razionalista (dal finestrino)

DIARIO POST-ZAMBONATA

DOPO 40 GIORNI (ECODOPPLER DI CONTROLLO): La giugulare di sinistra risulta dilatata e il sangue fluisce bene; la giugulare di destra è tornata sghemba come prima; la azygos non si sa perché non si vede.

DOPO DUE MESI: Continuo a fare le stesse cose di prima, ma più lungo nella giornata e anche quando sono stanco. Ho sempre detto che il mio principale fattore di forma fisica è il sonno della notte precedente. Non sembra più così. Aggiungo che non mi è mai più capitato di non riuscire a scrivere a mano.

IN SINTESI. Probabilmente l'intervento ha funzionato, almeno per quanto riguarda i benefici, che poi non sono neanche l'effetto che mi interessa di più (mi interessa di più l'altro, ipotetico: il blocco della progressione). Il dubbio resta e me lo tengo caro.

E dicendo così c'è anche il vantaggio di solleticarvi a leggere il post del prossimo mese.

Se fosse medicina alternativa, mi vergognerei un po' a dire che questo intervento funziona. Ma il metodo Zamboni, anche se non è ancora sperimentato, appartiene pur sempre medicina tradizionale. Nessun confronto tra medicina alternativa e tradizionale che, pur con tutti i difetti, discende dalla ragione ed è praticata da gente che, prima di aprire bocca sulla tua patologia si è incurvata sui libri per almeno dieci anni. Preferisco le insicurezze scientifiche alle brillanti certezze del medico alternativo. La migliore che ho sentito, da un omeopata, è : "la tua non è una malattia!".

Nel 2008, quando camminavo un po' con la stampella e un po' con il deambulatore, sono stato ricoverato a Roma alla Sapienza nel reparto di riabilitazione. Nel 2009 ci sono tornato tutti i venerdì fino a metà del 2010, nel mio anno e mezzo romano. Strana collocazione per un reparto di degenza, nel cuore dell'università, a due passi dalla statua della Minerva e dalla scalinata che avevo visto in bianco e nero nei documentari sul '68 (o era quella di Valle Giulia?), quando Ferrara era comunista e Pasolini tifava per i poliziotti perché lì in mezzo erano gli unici proletari. Che direbbe Pasolini oggi, che gli unici col posto fisso sono i poliziotti?

Per un mese sono stato in mezzo agli specializzandi perché a loro è chiesto non solo di osservare sperimentare imparare, ma anche di mandare avanti la baracca. Schema tipico nella pubblica amministrazione italiana per cui ognuno fa il lavoro di un altro che non c'è, perché sta facendo il lavoro di un altro ancora che non c'è, e così via. I migliori sono loro, freschi di libri, aperti di mente, vogliosi di capire e migliorare e non ancora rincoglioniti dai gadget degli informatori, ancora privi di quella cosa che, se usata male, ti fa dire prima di verificare: l'esperienza.

Specializzandi/e a parte, ho amato la Minerva con la lancia e lo scudo e il fisico di Serena Williams, le bacheche piene di affitti al nero, il reparto di degenza in mezzo alle aule, il tutto racchiuso dalle prospettive supponenti di Piacentini.

Le foto sono col cellulare "dal finestrino" perché non si potrebbe ma alla Sapienza entrano tutti con la macchina. Effetto della coincidenza di due fattori: non c'è un autobus che ferma davanti alla Sapienza e il guardiano alla sbarra dorme.














Queste prospettive saranno pure un po' ridicole e pensate per un'Italia peggiore, ma almeno sono state l'ultimo tentativo di costruire un paesaggio urbano, che adesso è divorato dalla speculazione fino all'ultimo centimetro quadrato disponibile. Forse anche perché dà la priorità agli edifici pubblici, fatto sta che - mi vergogno come un ladro a dirlo - a me il razionalismo, cioè l'architettura fascista per dirla volgarmente, me fà 'mpazzi'! E Roma ne è ancora la riserva più ricca.

Vedi l'Eur ma anche l'angolo di via Salandra e la Corte dei conti che ci ho infilato in mezzo.
Prova a dirmi che non vorresti vivere in una città fatta così, ideale, Metropolis.