1 ottobre 2013

Due anni dopo la Zambonata

DIARIO POST-ZAMBONATA
DOPO DUE ANNI

Ripeto di avere fatto l'intervento due anni fa con qualche speranza di miglioramento e un solo obiettivo sicuro: sperimentandolo su di me, sapere finalmente se l'intervento di Zamboni funziona o no.


L'interesse per le vene del collo non è un'idea di Zamboni
Il risultato è stato davvero strano: ho avuto forse qualche miglioramento (temporaneo e difficilmente misurabile, che racconto nel Diario) e quindi - diversamente dai "credenti" in Zamboni, che sono il 99% di quelli che hanno fatto l'intervento - non sono riuscito a capire se l'intervento funziona o no.

E allora, come mai tutti gli altri che l'hanno fatto sono entusiasti, tanto da chiamarlo "intervento di liberazione"?
Il meccanismo di malinteso è quello standard, che vale non solo per Zamboni, ma per qualsiasi altra pratica inutile, terapeutica e non, esoterismi compresi. E funziona con quasi tutte le malattie, con quelle altalenanti come la mia e con quelle acute, che sono per loro natura destinate a passare prima o poi, qualunque cosa si faccia o non si faccia.

Il meccanismo di malinteso - che non è l'effetto placebo ma è suo alleato - funziona così:
1) dopo la comparsa del sintomo si fa una qualsiasi cosa inutile X, si aspetta un po' e si valuta; o meglio, si valutano - e generosamente - soltanto i miglioramenti e non si considerano i peggioramenti: se, per esempio, il mal di testa è diminuito la mattina ed è aumentato il pomeriggio si dirà: "dopo aver fatto X il mal di testa di mattina è quasi scomparso!";
2) si dà per scontato che i miglioramenti siano dipesi dalla cosa X: "e questo solo 15 giorno dopo aver fatto X!", senza curarsi di spiegare il perché di quei 15 giorni e senza valutare le possibili concause, il carattere acuto della malattia ecc.;
3) se poi, alla lunga, ci si ritrova come prima o peggio, c'è la spiegazione anche per questo: l'intervento è stato fatto male oppure - e questa è proprio l'ultima spiaggia - ognuno reagisce a modo suo (che sfigato!). Il che è vero: sono cose che funzionano benissimo, ma non con tutti. Solo con chi ci crede.

Naturalmente spero di sbagliarmi, spero che l'intervento di Zamboni funzioni davvero e che con me abbia funzionato poco (?) perché non mi hanno messo lo stent (*) e bla bla bla.
(*) stent: dell'intervento di Zamboni si dice che faccia poco effetto perché le vene del collo, che vengono aperte e raddrizzate con l'angioplastica, dopo un po' tornano ad attorcigliarsi come prima; questa "recidiva" potrebbe essere evitata inserendo nelle vene degli stent (tubicini permanenti) che le tengano dritte, come si fa per le arterie sclerotizzate; ma gli stent arteriosi non vanno bene nelle vene (che, a differenza delle arterie, sono molli) e al momento gli stent per le vene non ci sono.
Ci devo credere?
Dovrei, ma che fatica.


[continua in SALUTE]




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