1 dicembre 2015

Palmanova, la bella



Ricapitoliamo.
2012: mi areno al 12º.
(2013: non ci provo nemmeno)
2014: per la rivincita mi alleno bene e arrivo a 74 secondi dal tempo massimo di due ore e mezza.
Pronti (?)

2015. Preparandomi alla bella provo la distanza tre volte, mettendoci poco più di due ore. Vorrei riuscire a stare sotto, ma senza rischiare di scoppiare e non arrivare.

Questa volta non ci sono né Emiliano né Elena, ma due amici arrivati dalla Toscana: Mario, come dice lui, "per recuperare le calorie che noi consumiamo" (in pratica, ha fatto una colazione di due ore mentre correvamo) e Massimiliano per accompagnarmi durante la gara. Che sarà più dura del previsto, rendendo fondamentale il suo aiuto.

Con Elena alla partenza

Pronti, via. Al 9° mi raggiunge Massimiliano. Partendo io 10 minuti prima, pensavo di incontrarlo al 12º, ma è andato a razzo per fare più percorso con me.
Dopo un po' sento una raffica di "Forza Leo!", sono Elena (Trieste e Udine) e suo marito Giulio.

Da metà gara ho problemi al collo. Prima si blocca, poi si indebolisce e la testa incomincia a cadermi all'indietro (la mia mamma mi ha fatto con il testone). È la spasticità tipica della mia malattia, ma è la prima volta che mi prende il collo.
Ancora con la testa a posto
Arrivo a non vedere più la strada. Massimiliano ogni tanto mi solleva la testa e mi aiuta a cambiare le marce perché anche la mano destra è debole. Meno male che quest'anno ho messo le manopole chiuse (allegramente chiamate "impugnature da tetraplegico").
Quando inizio a sbandare mando al diavolo le due ore e punto a finirla senza patemi. Fatto sta che al 18º arrivo con ilo buon tempo di un'ora e 44'. Ma negli ultimi tre, anziché spingere a tutta, calo.

Chiudo in due ore, sette minuti e ventotto secondi, venti minuti meno dell'anno scorso.
L'attacco al muro delle due ore è solo rimandato.

Ultimi metri: notare il collo
Cazzate.
Rispetto a quello che ha fatto Silvia.
Che ha 53 anni, la mia malattia e taglia il traguardo oltre le 6 ore dopo avere percorso i 21 km reggendosi con le racchette.
Arriva quando la manifestazione è chiusa e non trova nessuno che le dia la medaglia più meritata.
Qualcuno si giustifica inventando la motivazione più irritante: poiché i disabili non pagano la quota di iscrizione non hanno diritto alla medaglia!
Stanca e avvilita incontra due partecipanti con la medaglia al collo.
Che le fanno tanti complimenti e le regalano una delle loro medaglie.
E chi poteva essere la concorrente che le ha donato la sua medaglia?
Elena!
Stessa storia di due anni prima a Udine, finita sul giornale, con l'organizzazione che ha invitato Silvia alla premiazione ufficiale.
Speriamo che rimedino anche questa volta.
E speriamo che ci sia anche l'anno prossimo perché voglio la foto con lei (da mettere sul blog, ovviamente).



[continua in CORSE]


3 commenti:

  1. Grazie Leo!
    Ho letto tutto di un fiato
    Che bello gustarsi la vita nonostante le difficolta'!

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  2. Grazie Leo, sono d'accordo con Beatrice e come dice Massimo Gramellini "si diventa grandi nonostante" ! Buon meritato riposo ed arrivederci alle gare di primavera ��

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  3. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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